Tassa casa di lusso con piscina, è necessaria?

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Quando si ha il desiderio di costruire una piscina nella propria abitazione, oltre al costo per l’acquisto e l’installazione è opportuno porsi anche la domanda: quanto costa la tassa su questa tipologia di elemento? La componente fiscale è in molti casi sottovalutata, ma comprenderne al meglio le dinamiche è importante per ottemperare alle regole vigenti.

La tassazione di un bene come la piscina dipende dalla tipologia, interrata o seminterrata, dalla categoria catastale dell’abitazione e dalle dimensioni. Riuscire a definire i limiti entro i quali non vi è la necessità di pagare alcuna tassa permette di beneficiarne senza alcun pensiero. Quali sono però le piscine che non necessitano di un pagamento supplementare oltre l’installazione e l’acquisto?

Piscina interrata e tassa di lusso

Prima di esaminare le condizioni che vincolano i proprietari di casa al pagamento di una tassa per la propria piscina, è opportuno sottolineare che la presenza di una piscina non comporta necessariamente una tassa, perché non è identificabile come bene di lusso.

Nel caso in cui la propria abitazione, dopo una richiesta DIA (denuncia di inizio attività), cambiasse categoria catastale, rientrando in quelle di lusso, allora il proprietario della piscina avrà l’incombenza di pagare le tasse su tale bene.

Nello specifico, l’abitazione deve rientrare nella categoria catastale A/1 e rispettare i criteri presenti nel decreto del 2 Agosto 1969, dell’articolo 4.

L’articolo evidenzia che le abitazioni che sono dotate di una o più piscine da almeno 80 mq di superficie, rientrano nella categoria signorile, condizione che vincola il proprietario al pagamento della tassa di lusso.

Sebbene nella gran parte dei casi una piscina con superficie minore a 80 mq sia da considerare non tassabile, nella condizione in cui venisse installata in un’abitazione signorile, sarebbe comunque soggetta al pagamento. Per quanto non sia la piscina a determinare la tassazione, ma l’abitazione, l’intestatario della casa avrà l’onere di versare la tassa di lusso.

Come definire un bene di lusso

Bisogna, quindi, determinare con precisione quali siano i parametri che definiscono una piscina come bene di lusso. Per comprendere tale concetto è opportuno distinguere le vasche fuori terra da quelle interrate. Le piscine fuori terra, siano esse gonfiabili oppure con struttura solida, se vengono poggiate al suolo, non sono legate a nessuna tipologia di tassazione o cambi catastali.

Le dimensioni e le categorie catastali dell’immobile possono definire le piscine di lusso, ma bisogna tenere in considerazione anche altre caratteristiche. Nello specifico, l’articolo 4, stabilisce quelli che sono i parametri da considerare per identificare un’abitazione signorile, soggetta quindi, a tassazione.

Escludendo le piscine fuori terra, un’abitazione signorile vincola il proprietario di casa a pagare una tassa di lusso. Ma come si può capire se la propria casa appartenga a tale categoria?

Abitazione signorile: caratteristiche

Prendendo come riferimento l’articolo 4 del decreto precedentemente enunciato, un’abitazione signorile può considerarsi tale quando dispone di almeno quattro requisiti elencati nel decreto.

1. Quando la superficie calpestabile è superiore a 160 mq, in cui è opportuno escludere: balconi, tramezzi, scala, posto auto, soffitta e cantina.

2. Nella condizione in cui le superfici delle aree escluse, sopra citate, siano superiori a 65 mq. Se l’area dei balconi e dei tramezzi, per esempio, fosse superiore a tale valore, l’abitazione sarebbe da considerarsi signorile con altri tre parametri.

3. Nel caso in cui l’immobile disponga di almeno 4 piani con montacarichi e ascensore. Nella condizione in cui ci fossero meno di 7 piani, si prende come riferimento un singolo ascensore per ogni scala.

4. Requisito spesso sottovalutato è la presenza di scale di servizio che non sono previste dalla Legge. Anche in questo caso, bisogna considerare tale elemento come parte di un’abitazione signorile.

5. Se vi è la presenza di una piscina in muratura, scoperta oppure coperta, appartenente a un servizio immobiliare da meno di 15 unità.

6. Se all’interno dell’abitazione oppure nella proprietà vi è la presenza di un campo da tennis, con una dimensione maggiore a 650 mq per un numero di unità abitative inferiore a 15.

7. Nella condizione in cui vi fossero pavimenti, porta di ingresso, scale, pareti e soffitto rivestiti da materiali di qualità e infissi di fascia alta.

Questi parametri possono determinare un’abitazione di lusso, nel momento in cui un immobile presenti almeno quattro di queste caratteristiche sarebbe soggetto al pagamento della tassa di lusso sulla piscina.

L’importanza del catasto

Come si può dedurre dal paragrafo precedente, ciò che consente di evitare o meno il pagamento della tassa sulla piscina è la categoria catastale di appartenenza. Riuscire a identificare bene quale siano le categorie catastali permette anche di comprendere quali siano i limiti da considerare per evitare tale tassa.

Quando ci si riferisce all’espressione categoria catastale, si identifica la destinazione d’uso di un immobile che appartiene a un perimetro cittadino. La categoria viene indicata con un numero e una lettera, nello specifico per gli immobili con destinazione d’uso ordinaria si hanno le categorie: A/1 fino ad A/11; rispettivamente: abitazioni di tipo signorile, abit. di tipo civile, abit. di tipo economico, abit. di tipo popolare, abit. di tipo ultrapopolare, abit. di tipo rurale, abit. in villini, abit, in ville, castelli o palazzi storici, uffici e studi privati ed infine abitazioni e alloggi tipici del luogo.

Gli immobili dalla categoria A/2 alla A/9 si considerano di fascia media, essi però possono scattare di una categoria con l’installazione di una piscina. Nel caso in cui un’abitazione con categoria catastale A/2 presentasse l’installazione di una piscina da 85 mq o più, scatterebbe di una fascia raggiungendo l’A/1.

Tale condizione trasforma l’immobile in un’abitazione signorile, incrementando le tasse relative al patrimonio immobiliare. La fascia A/1 induce i proprietari di casa a pagare l’IMU (Imposta Municipale Unica), ma anche la tassa sui Servizi Indivisibili (TASI). Bisogna tenere in considerazione però, che non è la realizzazione della piscina un fattore determinante per lo scatto di categoria, ma essa deve essere vincolata alle caratteristiche elencate in precedenza.

Altra condizione da valutare è l’accatastamento: la piscina deve essere comunque accatastata e dichiarata come classe C/4, cioè, fabbricati e locali per esercizi sportivi senza fini di lucro.

La scelta di una piscina interrata può aumentare il valore dell’immobile. La presenza di una piscina di questa tipologia incrementa notevolmente il valore dell’abitazione, nello specifico si può ottenere un miglioramento dell’11% quando si installa una vasca interrata nella propria residenza, o il 20% dopo aver effettuato lavori in cui è prevista l’installazione di una piscina. Si può raggiungere anche un +50% in fase di affitto se una villa dispone di una piscina interrata.

Come è facile dedurre, i valori di riferimento possono cambiare in base alla città di residenza e alla zona in cui è collocato l’immobile.

Quando non si paga la tassa di lusso

Chi desidera installare una piscina per uso privato non è soggetto ad alcun pagamento delle tasse di lusso, ciò è determinato dal fatto che è molto difficile acquistare una piscina che superi 80 mq. Nella gran parte dei casi una piscina fuori terra è la soluzione perfetta per chi non vuole avere l’incombenza di pagare una tassa supplementare, evitando di incidere anche sul cambio catastale.

In commercio è possibile scegliere piscine adattabili e modulari che possono adattare le proprie dimensioni a quelle dell’area di riferimento. Si può anche optare per soluzioni più gradi, ma bisogna tenere in considerazione che nel momento in cui si presentassero almeno quattro dei parametri dell’articolo 4, vi sarebbe la necessità di pagare la tassa di lusso.

Negli ultimi anni le persone che vogliono una piscina nel loro giardino puntano principalmente a una vasca fuori terra, eliminando qualsiasi pensiero e vincoli legali. Una piscina interrata è un’ottima soluzione quando si è in procinto di costruire ex novo la propria abitazione, essa verrà inserita all’interno del progetto originale e calcolata in modo che si possa evitare la tassa di lusso e lo scatto di categoria.

Quando bisogna, quindi, preoccuparsi della tassa inerente alla piscina? Per quanto le tasse siano una tematica molto scottante per i cittadini, quando si realizza o si installa una piscina nel proprio giardino è opportuno considerare le sue dimensioni e la categoria catastale dell’abitazione.

Una piscina da 80 mq induce inevitabilmente a un incremento di fascia per la categoria catastale. Le abitazioni in fascia A/1 devono tutte pagare la tassa sulla piscina, anche se essa è di dimensioni inferiori a 80 mq. Usualmente le piscine vengono realizzate 12×6 metri, cioè 72 mq e rappresentano già un’ottima soluzione per un’area privata.

La piscina ideale è da ricercare nell’installazione di una vasca fuori terra, che svincola il proprietario di casa dal pagamento della tassa di lusso e non incide sul valore catastale dell’abitazione.

L’articolo 4 definisce quelli che sono i parametri da tenere in considerazione per identificare un’abitazione signorile. Se non vi sono gli estremi per rientrare in tali caratteristiche, non c’è la necessità di pagare la tassa di lusso.

Ogni città ha il suo Piano Regolatore, è consigliabile verificare che non vi siano vincoli specifici per alcune aree territoriali.

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